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UNOCONTROUNO : RICCARDO PALMIERI

17/01/2019



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UNOCONTROUNO: Riccardo Palmieri

<<Lodi e il Fanfulla sono la mia seconda casa>>. Parole sincere, dette con il sorriso sulle labbra e con tutto l’amore possibile per la città e la società bianconera quelle pronunciate da Riccardo Palmieri, centrocampista classe 1995 nuovo ospite di Unocontrouno. Uno dei lodigiani del Guerriero, uno di quei giocatori che dà tutto sul campo di gioco per il Fanfulla e che non si tira mai indietro quando entra nel rettangolo verde. <<Per me il calcio è sempre stato tutto, l’ho sempre messo davanti al resto – spiega -. Da quando ho 9 anni è la cosa più importante per me e mi dà la spinta ogni giorno per vivere la quotidianità. Ma è anche divertimento oltre a ciò di cui vivo al momento. Non mi sono mai e poi mai chiesto cosa avrei fatto se non il calciatore>>. Play, mezzala, interno di centrocampo ma anche punta esterna in questa stagione. <<Per definirmi che aggettivi utilizzerei? Genio e sregolatezza, ma anche anarchico. Non dico ambizioso perché chi fa questo sport con serietà deve esserlo>> ricorda Palmieri, che ha sempre voluto rimanere a Lodi dopo la vittoria del campionato di Eccellenza dello scorso anno. <<Non volevo lasciare il Fanfulla, non ho mai preso in considerazione questa possibilità – prosegue il 23enne -. È stato semplice trovare un accordo per proseguire qui a Lodi. Sono orgoglioso da lodigiano di far parte di questa società in cui ho giocato anche a livello giovanile (prima di passare al Piacenza e all’Inter, ndr)>>. Un’esperienza quella di quest’anno sicuramente che sta permettendo a Palmieri di crescere dentro e fuori in campo. <<Sono maturato ancora di più – ammette -. Non parlo di aspetti tecnici perché comunque la crescita c’è negli anni precedenti, ma proprio come uomo. Avere poi in spogliatoio persone come Patrini e Brognoli ti fa capire tante cose e crescere>>. Nella vita di Palmieri poi ci sono diverse figure importanti, due su tutte il padre ed il nonno. <<Mio primo tifoso – spiega riferendosi al nonno -. Sono il suo primo nipote quindi c’è davvero un rapporto speciale tra di noi. È forse quello che mi ha seguito più di tutti in questi anni in qualsiasi condizione>>. Poi c’è il papà, anch’egli vicino all’ambiente Fanfulla essendo allenatore degli Allievi Regionali Under 17. <<Come me vive il calcio a 360° - racconta -. Anche lui mi ha sempre seguito, così come io appena posso vado a vedere le sue partite. Abbiamo un’idea di calcio simile, che poi è anche quella della prima squadra, e ci teniamo tantissimo a quello che facciamo. Mi rivedo molto in lui>>. Ma guai a parlare delle partite nelle ore immediatamente successive al fischio finale. <<Con me non è facile parlare delle partite – ammette -. Soprattutto quando vanno male passa qualche giorno, mentre quando vanno bene non parliamo neanche. Lui pensa soprattutto a darmi consigli e a farmi notare gli errori piuttosto che farmi i complimenti>>. E se c’è qualcosa che lo fa irritare, ecco che ad intervenire sono la mamma e la fidanzata. <<Sono le persone che mi calmano e mi sopportano quando le cose vanno meno bene e mi arrabbio – chiarisce -. Quindi anche loro hanno un ruolo di fondamentale importanza per me>>. <<Con la mia ragazza poi ogni sabato vado allo stesso bar a Lodi – aggiunge -. Non è per superstizione o altro, ma è ormai un’abitudine che abbiamo preso il giorno prima della partita, così come la cena in famiglia e l’andare a letto presto>>. La famiglia è quindi una componente importantissima nella vita di Palmieri, che si sente però anche di ringraziare un’altra persona, <<il mister Ciceri, che conoscevo già dai tempi del Real Qcm da cui me ne sono andato intorno ai 10 anni proprio per il Fanfulla. Lo conoscevo già lì, poi l’ho ritrovato quando sono tornato ormai due anni fa e mi ha dato fiducia: è stato molto bello rivederlo come è altrettanto bello lavorarci insieme>>. Due figure importanti nella vita e nella carriera di Palmieri fanno l’allenatore, ma <<sono sicuro che quando smetterò di giocare non ricoprirò mai questo ruolo – conclude -. Mi piacerebbe sicuramente rimanere in questo mondo in altri ruoli, ma la strada è ancora lunga>>.

 

 

 

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