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LA SOLITUDINE DEL NUMERO UNO

23/04/2020



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LA SOLITUDINE DEL NUMERO UNO
“La solitudine dei numeri uno” è un libro pubblicato esattamente 10 anni fa e scritto da Giampaolo Santoro in cui vengono raccontate storie e curiosità dei più grandi portieri della storia del calcio. Oggi invece a parlare è un solo numero uno, il nostro Edoardo Cizza, che sta trascorrendo questo periodo di lockdown in solitudine. Il classe 1997, così come tutti i suoi compagni di squadra, non vede l’ora di tornare in campo per battagliare per i colori bianconeri. Ma quando lo si farà? Per ora nessuna comunicazione ufficiale è giunta in merito, ma per Cizza non ci sono dubbi.

“Prima di tutto devono essere prese le giuste precauzioni. Non abbiamo un controllo così accurato come in Serie A, quindi è ovvio che bisognerà riprendere nel momento in cui ci saranno le condizioni di massima sicurezza e si abbia la certezza di non correre rischi. Piacerebbe a tutti tornare subito in campo, sarei il primo a farlo, ma per ora sappiamo tutti che per la nostra categoria non sarà possibile. Giusto quindi rimandare di qualche mese, anche se così verrebbe sfalsato il normale calendario previsto per le stagioni passate e per il 2020-2021”.

Certamente una punta d’amarezza c’è: dopo alcune stagioni difficili a livello di risultati di squadra, per il 23enne numero uno lodigiano il campionato sospeso a febbraio era quello della rivincita, con le solite ottime prestazioni personali abbinate anche a risultati importanti per il Fanfulla, quinto al momento dello stop ma potenzialmente terzo vista la partita in meno rispetto a Calvina e Correggese. Posizione di classifica ottenuta anche grazie alle parate dell’ex OltrepoVoghera, decisivo in alcuni frangenti.

“La delusione sinceramente è tanta da questo punto di vista. Arrivato a Lodi ho subito trovato un ambiente fantastico, dalla società ai tifosi e tutta la squadra: stavamo facendo grandi cose, quindi dispiace per lo stop, ma non si poteva di certo continuare. Non è però questo il momento di mollare o recriminare, bisogna andare avanti e lavorare”.

Per Cizza i giorni immediatamente successivi allo scoppio della pandemia in Italia, a partire proprio dal lodigiano, sono stati frenetici.

“Li ho vissuti in modo particolare, c’era molta apprensione. Non sapevo che fare anche perché avevo paura a tornare a Tortona, dove vive la mia famiglia. Temevo di trasmettere loro il virus, non sapevamo nulla sui contagi. Poi si è presentata l’occasione di andare a vivere in una vecchia casa di mia nonna a pochi chilometri proprio da Tortona: sono qui in solitudine da tempo ormai, ho cercato di evitare fin dove possibile i contatti con l’esterno. Sto vivendo una quarantena solitaria nel vero senso della parola”.

Durante le giornate non mancano mai però le ore dedicate all’allenamento. Difficile tenersi in forma per i giocatori di movimento, ma anche per i portieri la vita non è affatto semplice.

“Mi alleno come stanno facendo i miei compagni. Mi tengo in forma facendo ogni giorno esercizi diversi. Fortunatamente qui a casa ho anche un pallone e quindi riesco sempre ad inventarmi qualcosa. Non è di certo semplice per me e per tutti quelli che devono allenarsi in queste condizioni”.
#forzavecchiocuorebianconero

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