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L’ORGOGLIO DI ESSERE GUERRIERO

20/02/2020



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L’ORGOGLIO DI ESSERE GUERRIERO
È alla prima stagione con la maglia del Fanfulla, ma Alessandro Baggi a Lodi si sente già a casa. O meglio, il difensore classe 1999 è di casa visto che è uno dei lodigiani che veste la maglia bianconera. E lo fa con estremo orgoglio e riconoscenza. Dopo le esperienze tra Torino, Pavia e Pro Sesto, il 20enne è approdato alla Dossenina in estate, calandosi subito a pieno nell’ambiente Fanfulla mostrando il vero spirito da Guerriero mettendo anche a segno 2 reti, quella della rimonta con il Crema e con il Ciliverghe mettendo in ghiaccio il match sul 3-1 (partita poi terminata 4-1). Terzino, destro anche se ha disputato qualche spezzone con le altre formazioni in cui ha militato in passato, e anche con il Fanfulla a Catania, a sinistra, in queste prime partite del girone di ritorno è stato impiegato da mister Ciceri terzo di destra nella difesa a tre e difensore centrale, ruolo che ha ricoperto soprattutto nel settore giovanile.

“Da diversi anni non facevo il centrale, forse solo a Pavia ho giocato una volta una partita. Sicuramente è un ruolo diverso dal terzino per posizione in campo e movimenti, ho cercato soprattutto di applicarmi facendo quello che chiedeva il mister, come faccio sempre ogni volta del resto. Qui a Lodi però mi applico ancora di più perché i valori che ogni mio compagno di squadra ha mi porta ad impegnarmi in misura maggiore”.

A colpire Baggi sin dal suo arrivo è stato infatti il clima che si respira al Fanfulla.

“C’è un’aria familiare. C’è uno spirito diverso dalle altre società in cui sono stato. Dallo spogliatoio al rapporto con i dirigenti è tutta un'altra cosa. In questo è stato bravo anche il mister a creare un ambiente simile giorno dopo giorno. Così quando sei in campo oltre a divertirti fai con ancora più voglia una corsa in più per aiutare il tuo compagno”.

C’è poi nel difensore lodigiano proprio quella componente chiamata Fanfulla che ha il suo peso.

“Non sento responsabilità, ma principalmente orgoglio nel vestire questa maglia. Giocare a Lodi è un grande onore, è la mia città e mi fa piacere vedere alla domenica sugli spalti tanta gente che mi conosce e che non mi considera un semplice giocatore ma una persona che sta portando in alto i colori del Fanfulla. C’è però un frangente in cui sento la responsabilità: alleno anche una squadra del settore giovanile (gli Esordienti 2007, ndr) e quando alla domenica vedo loro e i genitori sugli spalti sento che devo dare il buon esempio, più che nel gesto tecnico penso che devo dimostrare lo spirito che bisogna avere nel giocare nel Fanfulla. Qui si che sento una maggiore responsabilità”.

C’è un’altra persona a cui Baggi sta indicando la via, il fratello Federico, capitano degli Allievi Regionali Under17.

“Ho già fatto un allenamento con lui quest’anno ed è stato molto strano. Sono però molto contento per lui e di lui perché vedo il percorso che sta facendo e so che se andrà avanti così si toglierà molte soddisfazioni. A casa parliamo delle partite e degli allenamenti, sia miei che suoi, e quando posso cerco di dargli consigli. Lui non me li chiede mai in modo esplicito perché è orgoglioso, ma sono ben felice io di farlo”.

Una società, un modo diverso di intendere il calcio. Ma di differente per Baggi c’è anche l’articolazione di questo campionato con tante squadre in pochi punti.

“Ho sempre trovato formazioni che allungavano davanti in passato, come avrebbe dovuto fare il Mantova ma finora non ci è riuscito. Parliamo di un campionato molto equilibrato, in cui non si può sottovalutare nessuno, non ci sono squadre materasso”.

Domenica con il Mantova servirà massima attenzione, anche se la preparazione all’incontro deve essere la stessa di sempre.

“Dobbiamo fare il Fanfulla. Ci troviamo davanti una squadra forte, che ha tre dei primi cinque marcatori del girone, ma dobbiamo essere solamente noi stessi perché quando lo siamo possiamo fare male a tutti”.
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